Si sono i moderni sofisti del nulla
Dalla Filodossia alla Ricostruzione
Platone li chiamava filodossi (sono i nostri moderni creatori giuridici) che nati, dal disordine politico e dall’assenza della vera conoscenza postulano teorie giuridiche solo al fine di una propria prevalenza economica individuale Costoro pensano di sapere, ma in realtà non sanno niente poiché hanno attinto a ciò che gli viene comodo, INVECE CHI attinge alla sorgente della verità, si trova nella sfera intellegibile delle idee e non nel mondo mutevole e ingannevole della realtà sensibile.
Proprio con la teoria delle IDEE Platone supera lo stesso pensiero Socratico proprio postulando che IL SAPERE è una scienza e non una mera opinione.
Il vero filosofo, possedendo la scienza delle idee (al cui interno l’idea di Bene svolge il ruolo di “sole”) sarà l’unico che potrà rendere migliori i cittadini.
Lo Stato profilato in Repubblica è uno Stato ideale che nel dialogo Lui affida a Socrate. Ne riporto un pezzo perchè sintetizza quello che noi cercheremo di fare qui:
“E allora, feci io [Socrate], prima di tutto dobbiamo ricordarci che siamo giunti qui dove siamo, cercando che cosa sono la giustizia e l’ingiustizia. – Sì, dobbiamo ricordarcene; ma che cosa significa?, chiese. – Niente: ma se scopriremo che cosa è la giustizia, pretenderemo anche che l’uomo giusto non debba differirne in nulla, ma essere sotto ogni riguardo tale quale è la giustizia? O ci contenteremo che le si accosti più che può e che ne partecipi molto più degli altri? – Così, disse; ci contenteremo. – Era dunque per cercare un modello, continuai, che cercavano cosa fossero la giustizia e l’uomo perfettamente giusto.”
Le idee di Platone sono da Lui descritte come entità metafisiche sussistenti che risiedono nell’Iperuranio che è uno status trascendente direi anche senza spazi quasi come il Paradiso Cristiano di Dante. Per riformare una giustizia attuale ed attuativa decisamente pessima, dobbiamo capire che la realtà sensibile che vediamo oggi è uno specchio delle dimezzate o appannate idee dell’uomo, mentre è solo attraverso la riconquista delle idee non personali ma ideali che potremo ricreare modelli unici e perfetti delle cose molteplici e imperfette di questo mondo. Ora se il grado della conoscenza attuale e decisamente inferiore, ci porta a una verità imperfetta, avendo come oggetto di studio le cose imperfette della realtà sensibile; la scienza, invece, ci porta alla verità perfetta e immutabile, avendo come oggetto di studio le idee. Ecco perchè un vero studio del diritto non può fare a meno della coscienza e della consapevolezza se si vuole discutere dei diritti dell’UOMO. Solo attraverso un fine nobile, capiremo la esigenza o non esigenza di molte delle cose del mondo come assolutamente descritte nelle PUBBLICITA’ TELEVISIVE, sono un oppio non indispensabile alla conoscenza. Posso viverne senza? Assolutamente sì. Mentre se curo la conoscenza ho solo bisogno dell’ESSENZIALE. Da questa comprensione si arriva all’idea somma e sovrana dei DIRITTI INVIOLABILI ED INALIENABILI DELL’UOMO che sono assolutamente tutelati.
Ecco allora che Platone regala la sua interpretazione di dualità o dualismo per cui esiste la Mimèsi: per cui le cose imitano le idee; la Metèssi: per cui le cose partecipano in qualche misura dell’essenza delle idee e la Parusìa: per cui le idee sono presenti nelle cose.
In una successiva fase Platone sviluppa un ordine o gerarchia che ordina le idee all’interno dell’Iperuranio distinguendo 1) le idee-valori, corrispondenti ai supremi principi etici, estetici e politici (il Bene, la Bellezza, la Giustizia) 2) le idee matematiche, corrispondenti alle entità e ai principi matematici (l’uguale, il quadrato, ecc.) 3) le idee di cose naturali, come l’idea dell’uomo; 4) le idee di cose artificiali, come l’idea di letto. Platone costituisce un ordine di valori a Piramide.
Come accedere alla conoscenza? Lui spiega la dottrina del mito o reminiscenza. Cioè se la mia anima ha sede nell’Iperuranio, io ho comtemplato la forma e la idea della Bellezza, quando discendo nel mondo e assumo un corpo, a mano a mano, ricorderò il Sommo Bene e la mia esperienza se vista nella ottica degli accadimenti non potrà mai mutare ciò che sono stato, a meno che non abbia voglia di vedere, e dunque i problemi della personalità non vengono tanto dai traumi infantili, quanto dai modi traumatici con cui ricordiamo l’infanzia. Il paradigma oggi dominante per interpretare le vite individuali (la genetica e l’ambiente) non tiene conto dell’intima essenza dell’individuo. E quindi, andando oltre l’idea dominante secondo cui l’individuo stesso può essere spiegato con i suoi cromosomi e con le forze sociali all’interno delle quali si è formato, Hillman, grande filoso psicanalista, da poco scomparso, sottolinea come sia andato smarrito il senso della propria vocazione, ovvero il senso per il quale siamo vivi. Lo schema psicologico per cui la vita va intesa come crescita, sviluppo fisico e intellettuale, crisi dell’età adulta e vecchiaia è insufficiente e usurato. Ma c’è di più. Anche in questo caso l’autore si rifà alla cultura classica: richiama il mito contenuto nella Repubblica di Platone secondo cui prima della nascita l’anima di ciascuno è chiamata a scegliere l’immagine che vivremo sulla terra (che poi dimentica) e riceve un compagno unico e appartenente al singolo: un daimon, un genius, un angelo custode. In “Il codice dell’anima” Hillman affronta la teoria della ghianda che si pone anche come una nuova teoria dell’infanzia: perché consente di guardare ai disturbi infantili considerandoli come vocazioni, rivelazioni di un futuro, ma la Ghianda peesiste è la nostra essenza la nostra impronta da ritrovare attraverso una semplice operazione di immersione nel diritto naturale.
Platone ci insegna a riflettere:
Se, o Socrate, avessi costituito uno Stato di porci, con quali altri cibi li avresti pasciuti, se non con questi? – E allora, Glaucone, come si deve fare?, chiesi. – Adeguarsi all’uso comune, rispose. Per non sentirsi a disagio, dovranno stare sdraiati su letti, credo, e prendere i loro pasti a tavola, con quelle pietanze e quei pasticcini in uso anche oggidì.
La replica di Socrate a Glaucone è assai interessante, perché contiene quella polemica contro la ricchezza e l’eccessivo sviluppo economico alla quale ho già accennato
Conclude Platone:
Il fine essenziale è che i custodi interiorizzino la norma secondo cui devono sempre agire per il bene supremo dello Stato. Qui Platone inserisce la famosa “menzogna della fratellanza”. Quello di dire menzogne è un atto che, ancora una volta, avvicina la medicina alla scienza politica. Se la verità va tenuta in gran conto, è d’altra parte vero, dice Platone, che il falso rappresenta talvolta per gli uomini un farmaco; e come tutti i farmaci, il loro uso deve essere riservato ai medici e a nessun altro. Con una sola eccezione: se c’è qualcuno che ha il diritto di dire il falso, questi sono i governanti, per ingannare i nemici o i concittadini nel superiore interesse dello Stato (ma di quale Stato parliamo oggi?)
Già la GRANDE MENZOGNA OGGI DILAGA…..SI PUO’ tornare indietro?
Si se ci seguite Vi daremo sempre qualche informazione in più sul nostro programma di RIFONDAZIONE…no, non politica, ma su come si possa fare per applicare la Legge giusta e senza più infingimenti. Occorre che diventiamo massa critica coesa e pacifica per arrivare al cambiamento lavorando secondo la categoria delle IDEE e dei VALORI.
12 commenti
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